, , ,

Storie di Speranza: incendi, cura del Creato, persecuzioni, l’incontro tra i bambini del Nicola Botta e il vescovo Giuseppe

Storie di Speranza: incendi, cura del Creato, persecuzioni, l’incontro tra i bambini del Nicola Botta e il vescovo Giuseppe

Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li fece venire avanti e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà»

Questo versetto del Vangelo di Luca calza a pennello sulla storia di Speranza che stiamo raccontando. Qualche giorno addietro, il 6 marzo, i bambini delle classi quinte del Nicola Botta di Cefalù, accompagnati dalle loro maestre, hanno incontrato il vescovo Giuseppe, proprio come nella parabola con la quale abbiamo iniziato questa storia. Un incontro, a prima vista, canonico potremmo dire, invece è stato un vero e proprio momento, come ci dice la maestra Loredana Valenti: “che ha sfiorato il cielo e toccato il cuore della creazione”.

Un’affermazione davvero perfetta, potremmo dire “definitiva”. Facciamo un salto indietro. Nel 2023, S.E.R. monsignor Giuseppe Marciante aveva inviato alla comunità diocesana una lettera, un appello accorato per reagire alla devastazione causata dagli incendi nelle Madonie e ad altre problematiche che oggi come allora affliggono il territorio, come lo spopolamento e la crisi dei servizi essenziali. Il vescovo aveva lanciato un invito all’azione concreta: piantare nuovi alberi nelle zone colpite dagli incendi come simbolo di rinascita e come opportunità per rivitalizzare il territorio, anche attraverso l’inclusione sociale e lavorativa. Un’esortazione a passare dal lamento all’impegno, con la fiducia che, con perseveranza e fede, il futuro possa essere ricostruito.

Lettera che le maestre (grazie per il vostro prezioso lavoro) hanno fatto approfondire, studiare e sviscerare in classe ai piccoli alunni. Piantare un seme e prendersene cura, infatti, produrrà germogli e quindi vita buona, feconda. L’incontro dello scorso 6 marzo è stato un trait d’union con la lettera del vescovo. Piccoli sì, ma con le idee ben chiare: “Eccellenza, possiamo portare la vita dove c’è stata la morte? Gli animali sono il nostro prossimo? E se lo sono, li ritroveremo nella vita eterna?”. “Domande – afferma la maestra Valenti – che sfidano l’antropocentrismo, che interrogano il mistero della Risurrezione, che chiedono conto all’uomo del suo ruolo di custode, non di padrone, del Creato”.

Domande che fanno riflettere su ciò che i bambini hanno vissuto in quella nefasta estate, dove buona parte del territorio diocesano è stato violentato, proprio così: violentato, dalla mano malvagia e brutale dell’uomo. “Alcuni di loro – racconta ancora la Valenti – hanno paura quando arriva l’estate. Paura che il fuoco porti via tutto: casa, animali, i loro giardini. Non solo – continua – anche il timore che qualcuno possa avvelenare e torturare gli animali, sia domestici che selvatici. Hanno voluto sapere se l’uomo, nel suo orgoglio, ha dimenticato di essere parte di un tutto, se ha tradito il mandato divino di custodire il giardino”.

Qui, viene subito alla mente il passaggio dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, un passaggio probabilmente fondamentale: “Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto”. Parole che ci richiamano a una grande responsabilità: custodire il Creato con amore e rispetto, affinché le generazioni future possano ancora meravigliarsi della bellezza della natura e riceverne i doni.

A queste profonde domande, immediate sono arrivate le risposte: “Il Vescovo – racconta ancora Loredana Valenti – con la pazienza di chi sa che ogni domanda è un seme, ha risposto. Ha parlato di speranza, di rinascita, di un amore che abbraccia ogni creatura. Ha promesso boschi risorti e catechesi che profumeranno di terra e di cielo. E mentre parlava, si sentiva il respiro di un’ecologia che non è solo scienza, ma teologia: un’ecologia che riconosce il sacro in ogni foglia, in ogni animale, in ogni uomo”. Da qui, la promessa di mettere in campo un rimboschimento, piantare alberi per riportare la vita e restituire al Creato ciò che è andato distrutto. La vita, proprio quella che è stata portata via a Maria David nel 2023 perché cercava di portare in salvo i suoi cavalli dalle fiamme che purtroppo hanno avuto la meglio. Maria rimarrà un simbolo, un esempio, una figura del sacrificio della custodia e della cura del Creato, della nostra casa comune: la Terra.

Infine, l’incontro ha preso una via alquanto riflessiva: le persecuzioni dei cristiani nel mondo, che i bambini hanno voluto trasportare in numeri: “84 milioni – hanno ricordato – un numero che grida nel silenzio dei media, che parla di martiri e di coraggio”. I dati del nuovo rapporto World Watch List 2025 proprio in materia di persecuzioni sono davvero allarmanti: si parla infatti di oltre 380 milioni di cristiani che sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a motivo della loro fede. Tema che è stato al centro della discussione tra i bambini e il Vescovo, il quale ha voluto ribadire con forza che: “La fede non muore, nemmeno quando brucia”.

Insomma, una mattinata davvero fruttuosa, di accrescimento culturale, spirituale e sicuramente volta alla cura del Creato. “Bambini di diverse confessioni religiose – ha concluso la Valenti – seduti insieme, a dialogare su temi universali: la fede, il Creato, il futuro. Un incontro che è stato un inno all’inclusività, un esempio di come si possa costruire un mondo migliore partendo dalle domande più semplici, eppure più profonde. I nostri bambini, usciti dall’Episcopio, hanno portato a casa, oltre ai loro sorrisi gioiosi per questo insolito incontro, non solo risposte, ma una promessa: quella di un mondo che può rinascere, di una speranza che può fiorire anche dove la morte ha bruciato. Un Progetto di rimboschimento, questo si aspettano presto. La vita vince sempre. Basta volerlo. Basta crederci”. Presente all’incontro anche don Francesco Lo Bianco, responsabile del Servizio Pastorale Evangelizzazione e Catechesi, nonchè parroco della Cattedrale. Al termine dell’incontro, il vescovo Giuseppe ha donato ai presenti un piccolo Tau, citando San Francesco e la sua opera di salvaguardia e custodia del Creato.

E ora tocca a noi adulti non deluderli, ma raccogliere il loro entusiasmo e trasformarlo in azioni concrete. Il futuro della nostra terra dipende da noi: lo abbiamo sempre detto e continueremo a farlo: ancora e ancora.

Giovanni Azzara

Una risposta a “Storie di Speranza: incendi, cura del Creato, persecuzioni, l’incontro tra i bambini del Nicola Botta e il vescovo Giuseppe”

  1. Avatar Massimiliano
    Massimiliano

    Sensibilizzare all’ecologia e ad una maggior consapevolezza sui temi della natura e degli animali, troppo spesso relegati ad un ruolo secondario o “inferiore” rispetto alla realtà, purtroppo in maniera acritica, è ormai oggi una priorità. Va iniziata sin da piccoli, e coltivata nel tempo.
    Ottima iniziativa quindi, che unisce fede e .. “ragione”. Bravi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *