In questo periodo di Avvento che ci apprestiamo a vivere, presentiamo una serie di brevi riflessioni del vescovo di Cefalù, S.E.R. Monsignor Giuseppe Marciante, sul tema della Calunnia, un vizio che purtroppo colpisce e lacera anche le Comunità ecclesiali.
Prima riflessione del Vescovo
Papa Francesco, in una delle sue meditazioni mattutine a Santa Marta, il 15 aprile 2023, disse che la calunnia distrugge l’opera di Dio, perché nasce dall’odio. Essa è figlia del: “padre della menzogna e vuole annientare l’uomo, allontanandolo da Dio. La Chiesa, – ha proseguito il Papa, – ha tanti uomini e donne che sono calunniati, che sono perseguitati, che sono ammazzati in odio a Gesù, in odio alla fede”. Da qui l’invito a rivolgersi sempre con fiducia alla Vergine Maria, che: “copre con il suo manto il popolo di Dio. Quindi, noi preghiamo la Madonna che ci protegga – continua Papa Francesco – e nei tempi di turbolenza spirituale il posto più sicuro è sotto il manto della Madonna. È, infatti, la mamma che cura la Chiesa. E in questo tempo di martiri, lei un po’ la protagonista della protezione: è la mamma”.
Gioacchino Rossini lo spiega “in opera”
Nell’opera lirica “Il barbiere di Siviglia” infatti, Don Basilio, il maestro di musica di Rosina, arriva in casa di Don Bartolo e si affretta ad avvisarlo che il conte di Almaviva, che loro sanno essere lo spasimante segreto di Rosina, è arrivato in città. Don Bartolo è preoccupato perché vuole al più presto sposare Rosina, e il conte per lui è una minaccia troppo grande. Ma Don Basilio lo rassicura: quel che ci vuole è una bella calunnia; qualcosa creato ad arte per metterlo in pessima luce agli occhi della gente, in modo che sia costretto a scappare dalla città.
Nell’ottava scena del I Atto così viene descritta l’efficacia e il fine della calunnia:
La calunnia è un venticello
Un’auretta assai gentile
Che insensibile, sottile,
Leggermente, dolcemente,
Incomincia, incomincia a sussurrar.
Piano, piano, terra terra,
Sottovoce, sibilando,
Va scorrendo, va scorrendo
Va ronzando, va ronzando
Nell’orecchie della gente
S’introduce, s’introduce destramente
E le teste ed i cervelli
Fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo,
Prende forza a poco a poco,
Vola già di loco in loco,
Sembra il tuono, la tempesta
Che nel sen della foresta
Va fischiando, brontolando,
E ti fa d’orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia,
E produce un’esplosione
Come un colpo di cannone,
Come un colpo di cannone,
Un tremuoto, un temporale,
Un tumulto generale
Che fa l’aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
Avvilito, calpestato,
Sotto il pubblico flagello,
Per gran sorte va a crepar.
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