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Nonostante il ricovero a causa della polmonite bilaterale, Papa Francesco continua a lavorare dalla stanza del 10° piano del Policlinico Gemelli di Roma.
Questa mattina, il Pontefice ha inviato un messaggio (CLICCA QUI per leggere il testo) ai partecipanti al corso per responsabili delle celebrazioni liturgiche episcopali del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo.
Nel messaggio, Francesco sottolinea l’importanza della liturgia non solo come pratica rituale, ma come espressione viva della fede della Chiesa e strumento per l’incontro con Dio. Il Papa evidenzia il ruolo del responsabile liturgico non solo come esperto tecnico o teologo, ma come guida spirituale che deve favorire la partecipazione dei fedeli alla celebrazione, con sobrietà e senza protagonismi.
“Cari fratelli e sorelle, – scrive il Papa – ogni diocesi guarda al Vescovo e alla Cattedrale come a modelli celebrativi da imitare. Vi esorto, pertanto, a proporre e favorire uno stile liturgico che esprima la sequela di Gesù evitando inutili sfarzi o protagonismi. Vi invito a svolgere il vostro ministero nella discrezione, senza vantarvi dei risultati del vostro servizio. E vi incoraggio a trasmettere questi atteggiamenti ai ministranti, ai lettori e ai cantori, secondo le parole del salmo 115 citate nel Prologo della Regola benedettina: «Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria» (cfr nn. 29-30)”.
In tal senso dunque, si richiama alla necessità di unire sapienza divina (preghiera, contemplazione) e umana (studio, ascolto) nella preparazione delle celebrazioni, sottolineando che la liturgia deve essere incarnata nella vita del popolo di Dio: “Per riuscire in questi compiti, – si legge – vi consiglio di tenere lo sguardo rivolto al popolo, del quale il Vescovo è pastore e padre: questo vi aiuterà a capire le esigenze dei fedeli, come pure le forme e le modalità per favorire la loro partecipazione all’azione liturgica”.
Fondamentale, quindi, è il legame tra liturgia e pastorale, come sottolineato dal Concilio Vaticano II. Il Papa esorta i presenti a svolgere il loro ministero con amore e saggezza, mantenendo sempre lo sguardo rivolto al popolo di Dio.
Giovanni Azzara
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