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Note storiche sul SS Salvatore, dell’Immacolata Patrona e della Festa del 6 agosto, ecco tutto quello che c’è da sapere

Note storiche sul SS Salvatore, dell’Immacolata Patrona e della Festa del 6 agosto, ecco tutto quello che c’è da sapere

In tutti gli antichi Ordinari per i Divini Offici della Diocesi di Cefalù, è indicato come Patrono della Città e della Diocesi il SS. Salvatore Trasfigurato, così come riportano tutti i documenti (Brevi Pontifici, Rescritti della S. Congregazione dei Riti, Directorium ad Divina peragenda pro Dioecesi Cephaleditana).

Con il SS. Salvatore ci sono dei patroni secondari: S. Sebastiano, S. Rocco e S. Gaetano da Thiene.

La maturazione del pensiero teologico, alle porte del Concilio Vaticano II, spinse il Vescovo Mons. Emiliano Cagnoni, con voto unanime del Clero e dei Religiosi, udite le rappresentanze del laicato, a chiedere al S. Padre, visto che il Cristo Figlio di Dio e Salvatore è una delle Divine Persone della SS. Trinità, di proclamare patrona della Diocesi la Madre di Dio, sotto il titolo di Madonna di Gibilmanna, e della Città di Cefalù Maria SS. Immacolata. Ciò fu concesso da papa Pio XII con breve del 03.12.1954.

Il 6 agosto, la celebrazione della Trasfigurazione, in Cattedrale e con solennità è attestata da documenti antichissimi che riferiscono dell’appello dei suffraganei, ossia gli Abati, Priori e altri detentori di benefici ecclesiastici sottoposti al Vescovo di Cefalù, che quel giorno, personalmente o per mezzo di un procuratore, dovevano presentarsi in Cattedrale e fare omaggio, portando simbolicamente parte delle rendite dovute, in base all’assegnazione.

Purtroppo, non sono conservati negli Archivi della Diocesi, libri liturgici o raccolte di consuetudini che ci descrivono i festeggiamenti del SS. Salvatore. Si ha notizia però dell’esistenza di queste raccolte. Ci sono, anche se di poca rilevanza, alcune annotazione di conti che riportano le spese per l’apparato della Cattedrale, dei costi e dei numeri delle torce e candele per la sera dei Primi Vespri (per la cosidetta chiesa addumata), tra l’altro in perfetta contiguità con i paesi vicini che, nelle vigilie delle feste importanti facevano falò e illuminazioni straordinarie (le varie “vampe” ne sono residuo). Ci sono pure conti relativi all’allestimento di una raffigurazione plastica della Trasfiguarazione, con immagini in cera e affitto di stoffe per vestirle.

Attestata è infine la processione serale del S. Legno della Croce, recato dal Vescovo, preceduto dalle corporazioni religiose e ordini religiosi, dal clero e dal capitolo.

Da: Consuetudini in Cattedrale II. 1920. in ASDC, Fondo Curia, busta 347, n. 21.

Festa del SS. Salvatore

Precede la festa un novenario che prima di faceva col Divinissimo esposto nelle ore pomeridiane. Da alcuni anni in qua, perché il popolo non vi accorreva più, fu celebrato nelle ore a.m. e cioè alle ore 7 naturali all’altare del SS. Sagramento pure col Divinissimo esposto. Si fa la predica sul Vangelo della messa e si recita la coroncina e si cantano delle canzoncine accompagnate dall’organo.

Sia le prediche sia ogni altra coso son pagate sulla somma bilanciata ad hoc. All’altare si accendono n. 27 candele da 2 once.

In precedenza del novenario si faceva a spese della maramma la ripulitura dei muri e la lavatura della Chiesa; quest’ultima si fa talvolta anche quando la Chiesa è preparata cioè quasi alla vigilia della festa. A spese del Vescovo, che ha in bilancio £ 510 si para la chiesa con drappi agli archi delle colonne e uno sfondo dietro l’altare maggiore. Dapprima, prima degli scrostamenti, all’arco maggiore si paravano dei drappi ad arco su ossatura di canna. Si corrispondeva al paratore £ 200. Questa stessa cifra si corrisponde ora che fa di meno. Il prezzo dell’addobbo al balcone dell’Episcopio mettendovi un quadro raffigurante Gesù Salvatore, è pagato extra cioè £ 15.

In questa occasione si mettono i ceri da ½ oncia o ¾ a tutte le ninfe sulla navata centrale, negli archi, alle cappelle laterali etc. Ceri da 2 once alle ninfe grandi, agli altari, da 3 e 4 once all’altare maggiore.

I vespri pontificali sono alle ore 20,30, la messa pontificale alle ore 10, la processione alle ore 20,30. Funziona sempre il Vescovo. Soleva intervenire il Senato, ora giunta comunale; ora, e di rado, alla sola processione.

La spesa per cera, addobbo, orchestra, delle £ 510, messe in bilancio. Ma la spesa effettiva supera di gran lunga quella messa in previsione.

Ancora sul parato: anticamente i muri della Chiesa erano letteralmente tappezzati di drappi. Perciò da un mese prima si facevano dei ponti per potere arrivare alle altezze massime. Sotto il Vescovo Proto fu abolito questo sistema non ostante le proteste del paratore; egli invece volle che si facesse l’arco maggiore come si disse sopra, che si mettessero dei drappi agli archi delle colonne, che si rivestissero con drappi di seta i capitelli e che la parte bassa dell’abside fosse pure tappezzata.

Volle che si adornassero di fiori le colonne e si profondessero ceri anche ai muri.

Sensibilmente i ceri sono andati diminuendo; la ragione è da ricercarsi nell’aumento del prezzo della cera.

I Vespri pontificali hanno luogo alle ore 8,30: il Vescovo in cappa, invece che dal Chiostro come di solito, viene in chiesa dalla porta centrale detta dei Re, rilevato all’Episcopio dal Capitolo, dal Clero, e dal Seminario.

I paggi tengono accese le torce in mano; la musica, dall’atrio fino alla porta della Chiesa, accompagna il Vescovo al suono d’una marcia.

Per questo accompagnamento e per quello del giorno seguente all’ora del Pontificale, alla musica di suole corrispondere dal Vescovo £ 40.

I salmi dei Vespri si cantano a musica e accompagnati dall’orchestra. Da un pezzo in qua sogliono venire dei suonatori di violino, e violoncello da Palermo.

Pel Pontificale Mons. Vescovo viene allo stesso modo come la sera precedente. La sera della processione viene dalla parte del Chiostro accompagnato solo dai cerimonieri e dai paggi. La processione percorre le vie principali della Città: Corso Ruggero, via Spinuzza, Via Vitt. Em., Via Corte, la parte inferiore del Corso Ruggero e ritorna in Cattedrale dove Mons. Vescovo imparte la benedizione col S. Legno che fu portato in processione.

Di solito intervengono alla processione le confraternite, (nei tempi andati intervenivano gli ordini religiosi, osa solo i Cappuccini di Gibilmanna) vestite di sacco con cosiddetti misteri, il Crocifisso e i torcioni.

Porta ciascuna il proprio Santo. Di questo e del posto che occupano se ne parlerà dopo. Prima ciascuna confraternita usava cera propria, ora l’appresta l’incaricato della festa che ordinariam. è l’incaricato del culto.

Le aste del baldacchino erano portate dai nobili della Città invitati dal cerimoniere del Vescovo. Poi venuti meno i nobili, furono portati dai Seminaristi in piviale bianco, essendo bianco il baldacchino e i paramenti del Vescovo e dei ministri, indi dai confrati, cui si dava una bibita, ora dai giovani del Circolo Cattolico invitati ad hoc.

Come va distribuita la cera: (1920) […]

Chi interveniva alla processione del SS. Salvatore:

– I Domenicani con la statua di S. Vincenzo

– I Mercedari con la Madonna delle Mercede

– Gli Osservanti con S. Diego

– I Conventuali con S. Antonio

– I Riformati con S. Pasquale

– I Cappuccini con S. Clemente

I Confrati del Santissimo con la bara e calice

I Confrati del Rosario con la Madonna del Rosario

I Confrati di S. Nicola con S. Nicola

I Confrati del Purgatorio con S. Stefano

I Confrati dell’Annunziata con S. Rocco

I Confrati dell’Itria …

I Confrati di S. Giovani…

I Confrati della Trinità con S. Dorotea

Sogliono intervenire:

– S. Francesco di Paola coi contadini

– SS. Salvatore (recente)

– Madonna della Catena (recentissima)

Il giorno 10 si toglie dalla sommità della Cattedrale la bandiera del Patrono alla stessa ora in cui fu messa. Frattanto la Cattedrale è stata sparecchiata dagli addobbi e dalla cera tutta. Così tutto ritorna allo stato normale.

Don Pietro Piraino, Archivista diocesano

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