Giovani sempre più soli e famiglie fuori controllo.
Un dato, questo, che purtroppo continua ad essere una costante della vita di tutti i giorni. Ci sono diversi fattori che hanno portato, ormai è evidente, allo sfacelo delle famiglie, tra questi quella cultura materialistica che spinge le persone a cercare scorciatoie per affrontare i problemi quotidiani andando così a banalizzare e declassare l’amore, come se fosse normale.
A soffirne sono i giovani. La colpa infatti non è mai di questi ultimi, bensì degli adulti che si lasciano vincere dalle vanità dell’uomo. E quindi i giovani? Papa Francesco, fin dall’inizio del suo pontificato ha puntato molto sui giovani, futuro dell’umanità. Proprio in questi giorni ha lanciato un appello accorato e sentito ai membri del Consiglio Nazionale dei Giovani, l’organo consultivo chiamato a rappresentarli nell’interlocuzione con le istituzioni. Dall’incontro, è venuto fuori che la speranza è l’atteggiamento interiore in cui i giovani italiani oggi si riconoscono di più.
La speranza non delude, la speranza mantiene vivi, svegli: “è importante dunque – ha detto il Papa – sapere che i giovani italiani sanno essere artigiani di speranza perché sono capaci di sognare. Per favore, non perdere la capacità di sognare: quando un giovane perde questa capacità, non dico che diventa vecchio, no, perché i vecchi sognano. Diventa un “pensionato della vita”. È molto brutto. Per favore, giovani, non siate “pensionati della vita”, e non lasciatevi rubare la speranza! Mai! La speranza non delude mai”. Sono infatti tante le sfide che oggigiorno aspettano ai giovani, il lavoro, il cambiamento climatico, le nuove tecnologie, il lavoro, l’istruzione, le amicizie, conoscere il mondo, non rimanere chiusi nel proprio guscio, aprire il proprio cuore a nuove conoscenze, migliorarsi in campo lavorativo, affettivo e personale, prendersi cura di se stessi, curare il proprio corpo e il proprio spirito perhè “chiamati ad essere testimoni della bellezza e della novità della vita”.
Quei capi chinati su dispositivi elettronici che spesso ci esulano dalla realtà, non fanno altro che distogliere lo sguardo da quelle che sono le cose importanti che la vita ci pone dinnanzi, i treni esistono, raramente passano due volte ma se teniamo gli occhi bassi e le orecchie tappate, questi passeranno inosservati senza fare alcun carico di possibili potenzialità, nuovi incontri e nuove frontiere da poter conoscere e ampliare per rendere il mondo un posto migliore di quello che abbiamo trovato. “Non abbiate paura di attraversare anche i conflitti. – ha proseguito Papa Francesco – I conflitti ci fanno crescere. Ma non dimenticate che il conflitto è come un labirinto: dal labirinto non si può uscire da soli, si esce in compagnia di un altro che ci aiuti. Primo. E dal labirinto si esce dall’alto. Lasciatevi aiutare dagli altri. E sempre guardare in alto perché la vita non sia un giro labirintico, che uccide la gioventù. Invecchiare in un labirinto è invecchiare nei valori superficiali. È triste vedere un uomo o una donna, giovane, che vive la sua vita nella superficialità.
Sbloccare il proprio essere, affrontare a viso aperto le proprie paure, conoscere nuovi mondi, avere il coraggio di osare perchè: “chiamati ad essere testimoni della bellezza e della novità della vita. C’è una bellezza che va al di là dell’apparenza: è quella di ogni uomo e ogni donna che vivono con amore la loro vocazione personale, nel servizio disinteressato alla comunità, nel lavoro generoso per la felicità della famiglia, nell’impegno gratuito per far crescere l’amicizia sociale. Scoprire, mostrare e mettere in risalto questa bellezza – conclude il Santo Padre – significa porre le basi della solidarietà sociale e della cultura dell’incontro”.
Giovanni Azzara
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