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Il 15 settembre di 31 anni fa a Palermo la mafia uccideva Padre Puglisi, il sacerdote del sorriso: “coraggioso testimone del Vangelo”

Il 15 settembre di 31 anni fa a Palermo la mafia uccideva Padre Puglisi, il sacerdote del sorriso: “coraggioso testimone del Vangelo”

Coraggioso testimone del Vangelo” l’ha definito Giovanni Paolo II durante la visita in Sicilia, a Catania e a Siracusa, del novembre 1994.

Per Palermo e la Sicilia tutta, padre Pino Puglisi è oggi certamente uno dei punti di riferimento per chi voglia ricostruire un percorso di vita esemplare come carisma profetico e feconde capacità educative.

La mafia, invero, lo uccide e riafferma così la propria supremazia sul territorio. Brancaccio, infatti, stava diventando il luogo in cui incarnare il regno di Dio grazie alla vita, al sacerdozio, all’esempio, alle parole di p. Puglisi.  La sua Chiesa era diversa e lui stava compiendo un miracolo di liberazione delle persone dalla sudditanza della mafia, semplicemente con la coerenza della sua vita. Ed in questo suscitava un fascino indicibile soprattutto nei giovani.

In questo contesto la parrocchia era diventata una nicchia di legalità mal sopportata dalla mafia. 3P è andato verso le periferie dell’esistenza umana e lì è rimasto fino a quando sono arrivate le minacce. Era consapevole del pericolo che correva, ma era un sacerdote che aveva deciso di essere coerente, fedele servitore del Vangelo e umile testimone di Cristo. La mafia lo ha ucciso “in odium fidei” perché, attraverso lui, ha odiato il Vangelo. Per questo P. Giuseppe Puglisi, dal 25 maggio 2013, è un Beato della Chiesa Universale.

“La pastorale va fatta così, con pazienza e dedizione, per Cristo a tempo pieno – ha detto nel 2018 Papa Francesco nella Cattedrale di Palermo, rivolgendosi ai sacerdoti – Don Pino strappava dal disagio semplicemente facendo il prete con cuore di Pastore. Impariamo da lui a rifiutare ogni spiritualità disincarnata e a sporcarci le mani coi problemi della gente. Andiamo incontro alle persone con la semplicità di chi le vuole amare con Gesù nel cuore, senza progetti faraonici, senza cavalcare le mode del momento. La via dell’incontro, dell’ascolto, della condivisione è la via della Chiesa”

Un esempio di onesta, legalità e Vangelo, Padre Pino Puglisi (3P), sarà per sempre un grande esempio per tutti con il suo sorriso che illumina le tenebre più oscure.

Il ricordo del presidente Schifani

“Il 31° anniversario della tragica uccisione di padre Puglisi ci riporta alla memoria il sacrificio di un uomo che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia e alla difesa dei valori della giustizia e della dignità umana. Don Pino è stato una guida spirituale e morale per tutta la comunità di Brancaccio e per la Sicilia intera, e il suo martirio rappresenta ancora oggi un monito contro l’oppressione mafiosa e una fonte d’ispirazione per quanti combattono per un futuro migliore”.

Lo afferma il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, che oggi pomeriggio sarà presente in Cattedrale alla messa in suffragio del beato Pino Puglisi.

“Nel ricordare don Puglisi – prosegue Schifani – è doveroso sottolineare l’importante ruolo che svolge il Centro di accoglienza Padre Nostro, che rappresenta una luce di speranza in un territorio ferito, promuovendo quotidianamente valori di solidarietà, inclusione e legalità. In questo giorno di memoria, desidero esprimere, a nome dell’intera Regione, profonda gratitudine verso tutti i volontari del Centro, a iniziare dal presidente Maurizio Artale, che vi operano con dedizione. Essi custodiscono e portano avanti l’eredità di don Puglisi, contribuendo a realizzare il sogno di una Sicilia libera dalla mafia e fondata su valori di pace e fratellanza”.

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