Una rappresentanza della diocesi, proveniente dall’Ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana, ha partecipato nei giorni scorsi al Giubileo dei Sanitari a Roma, vivendo un’esperienza intensa di fede, preghiera e condivisione grazie anche al supporto di Sicily By Car che è dato il supporto per questo pellegrinaggio.
Il pellegrinaggio è iniziato ad Assisi, con la visita ai luoghi simbolo della spiritualità francescana: i luoghi di San Francesco e Santa Chiara, ma anche quelli legati alla figura del giovane Beato Carlo Acutis, che con la sua testimonianza continua a ispirare i cuori di tanti, soprattutto tra i giovani.
Successivamente, il gruppo ha raggiunto Roma per il cuore del Giubileo. A rendere ancora più speciale questa esperienza è stata la sorpresa di Papa Francesco, che ha voluto salutare i partecipanti in Piazza San Pietro con un breve ma toccante intervento. Un gesto particolarmente significativo, considerando che il Santo Padre è tornato in piazza proprio dopo il recente ricovero al Policlinico Gemelli.
Nel video pubblicato ieri sulla pagina Facebook della Parrocchia, si riconoscono volti noti della delegazione, come Chiara Farinella, con il suo simbolico “camice giallo”, e il dottor Damiano La Tona, storico pediatra madonita.
“Si concludono questi giorni di grazia – si legge sulla pagina – con il grande regalo che il Pontefice ha fatto ai Sanitari. La sua presenza, seppur breve, ha sottolineato con la vita ciò che ha detto nell’omelia: ‘La sofferenza come scuola“. Un messaggio forte, che risuona con particolare intensità tra coloro che ogni giorno vivono la sofferenza accanto ai pazienti, nei reparti degli ospedali.
“Abbiamo ancora una volta portato le istanze della nostra Piccola Comunità Ospedaliera – continua il messaggio – per la stessa abbiamo pregato e supplicato il Signore”, conclude la nota della Parrocchia, che accompagna le immagini di questi giorni speciali.
Un’esperienza che ha lasciato il segno, nel cuore di chi c’era e di chi ha seguito a distanza questa testimonianza di fede viva, capace di illuminare anche i luoghi della fragilità e della cura.
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