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Ex ospedale di Cefalù, un bene ritrovato e restituito alla comunità, il vescovo Marciante: “abbiamo bisogno di una vera rivitalizzazione del territorio”

Ex ospedale di Cefalù, un bene ritrovato e restituito alla comunità, il vescovo Marciante: “abbiamo bisogno di una vera rivitalizzazione del territorio”

Un luogo ricco di storia torna a essere un punto di riferimento per la comunità. L’ex Ospedale Civico di Cefalù, che dal XVI secolo fino al 1935 aveva sede in Corso Ruggero, è stato restituito alla cittadinanza. Un patrimonio che si rinnova, in continuità con la volontà del dott. Giuseppe Giglio, che nel 1928 donò il palazzo con la precisa condizione che fosse destinato ad attività sanitarie.

Dal 2006, l’ospedale si era trasferito nel nuovo complesso allo Spinito, lasciando quasi un vuoto nel cuore del centro storico. Ora, con il recupero della struttura, si apre una nuova fase per la città, un momento simbolico che richiama l’importanza di preservare le radici e dare nuova linfa ai servizi per la comunità.

L’intervento del vescovo Marciante

Durante la cerimonia, S.E.R. il vescovo monsignor Giuseppe Marciante ha sottolineato l’importanza di impegno, creatività e cooperazione per contrastare il declino delle zone interne e costruire comunità più forti. “Questa – ha detto il vescovo – è una città viva. Certamente, è una piccola città, ma noi cerchiamo di valorizzare tutte le zone interne, dalle Alpi fino all’Etna, fino alle Madonie, dalle Alpi alla Sicilia. Purtroppo, queste zone interne sono spesso destinate allo spopolamento“.

Il vescovo ha evidenziato le tante sfide che il territorio affronta, tra queste la costante emigrazione dei giovani, che raramente fanno ritorno. “Quando ero a Roma, – ha proseguito – nella parrocchia vicino alla stazione di Bologna, mi rallegravo nel vedere tanti giovani del Sud, ben formati e intelligenti, che mi aiutavano nella comunità parrocchiale con grande impegno. Ma poi, una volta tornato a Cefalù, ho visto con i miei occhi che i giovani andavano via, sempre di più. Questo mi ha rattristato profondamente, perché le nostre zone rischiano di spegnersi“.

La soluzione, secondo il Sua Eccellenza, passa per una vera e propria rivitalizzazione del territorio, che riguarda non solo la comunità in generale, ma anche le vocazioni religiose, sempre più rare: “Dove troviamo oggi giovani disponibili a dedicarsi alla comunità e alla Chiesa? È un problema serio, sempre più evidente“.

Da qui l’invito ai laici ad assumersi le responsabilità così anche i sacerdoti che devono offrire ciò che solo loro possono dare: “l’Eucaristia, la celebrazione della Messa, la confessione. Questi sono doni che nessun altro può offrire. Dobbiamo imparare a lavorare insieme, ognuno con i propri carismi. La presenza dei ministri straordinari, di coloro che preparano ai sacramenti, è fondamentale. Per questo nascono le unità pastorali: per unire le parrocchie e collaborare meglio. È inutile organizzare tre corsi prematrimoniali in tre parrocchie vicine: se ne fa uno solo, ben strutturato, e si lavora insieme. Questo è il senso delle unità pastorali sinodali, un progetto che anche i Vescovi italiani hanno approvato, perché oggi la carenza di sacerdoti riguarda anche le città”.

Le parole del sindaco Tumminello

Sulla stessa linea, il sindaco di Cefalù, il professor Daniele Tumminello, il quale ha sottolineato l’importanza del capitale umano nell’ambito sanitario. “Servono i medici, – ha detto – servono gli infermieri. Poco possiamo godere di nuovi macchinari, di nuove attrezzature, di nuove scrivanie, di nuovi locali, se non ci sono le persone che quelle attrezzature e quegli ambienti li fanno vivere e operare”. Il sindaco ha poi ribadito come la medicina non possa prescindere dal fattore umano: “le persone hanno bisogno di umanità quando affidano la propria vita e la propria salute nelle mani di qualcun altro. Un’umanità che nessuna macchina potrà mai pienamente sostituire. Le macchine ci possono aiutare, ma non possono sostituire l’approccio umano alla medicina”. Presenti anche il direttore Sanitario e Amministrativo dell’ASP.

Un passo avanti per la comunità

La restituzione dell’ex Ospedale Civico segna un punto di svolta per Cefalù, un’occasione per riscoprire le proprie radici e guardare al futuro con speranza. Il recupero di questa struttura non è solo un atto simbolico, ma un’opportunità concreta per rafforzare i servizi alla cittadinanza e mantenere vivo il tessuto sociale della città.

La sfida ora è quella di dare nuovo impulso alle comunità del territorio, incentivando iniziative che possano contrastare lo spopolamento e valorizzare il patrimonio culturale e umano della città. Come ha ricordato il vescovo: “Il Signore non guarda la grandezza, ma ha il cuore, l’orecchio e gli occhi rivolti alla piccolezza“. Una piccolezza che, con il giusto impegno, può diventare il motore di una grande rinascita.

Giovanni Azzara

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