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Diocesi: a Castellana Sicula insediato il Consiglio Pastorale Interparrocchiale 2024, cosa fa e a cosa serve, ve lo spieghiamo

Diocesi: a Castellana Sicula insediato il Consiglio Pastorale Interparrocchiale 2024, cosa fa e a cosa serve, ve lo spieghiamo

Domenica scorsa, in occasione della prima di Avvento, si è insediato il nuovo Consiglio Pastorale Interparrocchiale alla presenza del vescovo monsignor Giuseppe Marciante.

Dopo cinque anni dalla costituzione del primo CPI, avviato con alcune perplessità in quanto la prima volta per la Chiesa cefaludese, a distanza di tempo, oggi è del tutto normale il fatto che parrocchie che ricadono nello stesso comune siano chiamate a dialogare.

Un’occasione che ha permesso di sperimentare, da una parte, la fatica del camminare insieme, ossia la Sinodalità, dall’altra la gioia del vivere concretamente la Comunione. L’obiettivo è quello di tendere all’unità, senza pretendere l’uniformità che appiattirebbe il vissuto ecclesiale di ciascuna comunità. La Sinodalità tra parrocchie permette inoltre di mettere insieme le risorse migliori proprie di ciascuna comunità parrocchiale in modo tale da poter sopperire alle carenze di ciascuna; nello spirito della condivisione, infatti, si è chiamata ad assumere una nuova logica di apertura nella quale l’appartenenza ad una parrocchia non può più essere intesa come limite oltre il quale si può anche non andare.

È ormai tempo di prendere coscienza che la parrocchia, intesa come realtà autosufficiente, è finito da un bel po’ e il futuro delle nostre comunità dipende soprattutto dalla capacità di creare relazioni autentiche che sappiano far fronte alle numerose sfide che la società odierna ci mette dinanzi.

Il CPI in pillole: che cos’è? Cosa fa?

Il Consiglio pastorale parrocchiale ha durata quinquennale. Fatte salve situazioni particolari, da valutate con sapienza pastorale, i membri siano eletti non più di due volte consecutive.

  • È l’espressione delle comunità parrocchiali che vivono e camminano insieme.
  • È segno di comunione e collaborazione tra Sacerdoti e laici e dei laici tra di loro.
  • È la risposta all’invito rivolto da Papa Giovanni Paolo II ai laici: “Siete Chiesa! […] e lo dovete dimostrare anche con una aperta comunione e collaborazione fra i vostri diversi carismi, le diverse forme di apostolato e di servizio, promuovendo la vostra integrazione nelle chiese particolari e nelle comunità parrocchiali, dove si riunisce e si raccoglie abitualmente la famiglia di Dio”.
  • Promuove, sostiene, coordina, verifica tutta l’attività pastorale delle parrocchie, al fine di suscitare la partecipazione attiva delle sue varie componenti nell’unica missione della Chiesa: evangelizzare, santificare e servire l’uomo nella carità.
  • Ha carattere consultivo: è chiamato a porsi in ascolto del Signore che guida la sua Chiesa, a leggere i segni dei tempi alla luce della fede.
  • Fa costantemente riferimento ai principi Dottrinali e pastorali espressi dalla Chiesa universale e dalla Conferenza Episcopale Italiana, nell’osservanza delle norme dettate dal Diritto Canonico e delle disposizioni e indicazioni del Vescovo Diocesano.
  • Ha carattere rappresentativo: esprime l’intera comunità interparrocchiale. Ciascun membro, anche rappresentante di particolari realtà Ecclesiali, è chiamato a guardare alla vita della comunità nel suo insieme; così ogni soggetto particolare diventa un dono per l’edificazione dell’unica comunità.

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