Si è tenuto oggi domenica 24 novembre 2024 a Gratteri l’annuale appuntamento del Cammino Diocesano delle Confraternite.
Il tema scelto per quest’anno è “L’avete fatto a me (Mt 25,40). Come organizzare la speranza?” con un momento formativo curato da Don Vito Impellizzeri, preside della Pontifica Facoltà Teologica di Sicilia.
Una mattinata intensa e ricca di spiritualità, che ha visto il corteo al quale hanno preso parte le confraternite diocesane giunte a Gratteri per questo importante evento. Alle 10.00, subito dopo il corteo e il momento di preghiera a cura del parroco, don Nicola Crapa, i saluti di benvenuto a cura dell’Ing. Nicola Raimondo, Presidente Consiglio Diocesano Confraternite che ha detto: “anche quest’anno le confraternite hanno sentito ancora una volta il desiderio di radunarsi attorno al Pastore, non un dovere ma un vero desiderio, non per tradizione ma per la tradizione”. Subito dopo, un momento formativo dal tema “L’avete fatto a me (Mt 25,40). Come organizzare la speranza?” a cura di Don Vito Impellizzeri, preside della Pontifica Facoltà Teologica di Sicilia il quale ha affermato: “ci sono cose che accadono e che devono necessariemente essere organizzate nella Speranza. Voi siete la Chiesa perchè popolo di Dio e che noi, tutti insieme popolo di Dio, abbiamo necessità di organizzare la speranza dalle cose che accadono realisticamente nelle nostre case e nella nostra vita. Le confraternite sono nate per una urbanistica della speranza. Urbanistica della speranza vuol dire mettere al centro le persone più fragili, deboli che hanno maggiormente bisogno di cura”.
L’omelia del Vescovo
La liturgia di oggi ci ricorda la festa, la solennità di Cristo Re: “sembra un titolo quasi anacronistico, – ha detto Marciante nell’omelia – di re oggi ne abbiamo pochi. Anche Israele con difficoltà ah chiesto e ottenuto un re da Dio, fino all’ingresso nella Terra Santa non avevano bisogno di un re perché governato dalla Parola di Dio. Dopo l’esodo fa ingresso nella Terra Santa, inizia a chiedere un re come tutti gli altri popoli che avevano un re. La festa di Cristo Re, è stata istituita dopo il primo conflitto mondiale, dove i regni d’Europa, i vari re (parenti tra di loro), si facevano guerra l’uno con l’altro provocando tanti morti a cui noi abbiamo innalzato il monumento dei militi ignoti e tante volte io mi chiedo: certo hanno avuto un grande merito questi militi perché hanno combattuto per la nostra Patria ma in fondo hanno combattuto per i capricci di questi re, in fondo. Capite allora – prosegue – come il tema del regno di Dio mette in crisi continuamente la nostra concezione del potere, e questo è importante perché diventa il pungolo profetico anche della società, il potere di Cristo perché contesta e nello stesso tempo spinge il potere umano a ridimensionarsi e diventare servizio per gli uomini”.
“Le radici di cui ci parlava il Vangelo – continua il vescovo – sono queste, le confraternite, la croce di Cristo, il regno di Cristo, l’amore di Cristo, sono radici sane e nello stesso tempo è questo il grande tesoro nascosto che noi dobbiamo trasmettere alle generazioni future. Le confraternite hanno tutti i numeri per svolgere questo compito importante e la trasmissione delle radici sane, il grande compito di trasmettere il Vangelo alle generazioni future. Vi auguro carissimi sorelle e fratelli delle confraternite, una vita lunga e duratura, fate in modo che le nuove generazioni possano attingere da questo grande bagaglio, dalla vostra tradizione perché come ha già dato frutti in passato, possa dare frutti anche per le nuove generazioni, anche per voi potrei dire crescete e moltiplicatevi perché – conclude – c’è bisogno della vostra presenza nel nostro territorio e la vostra presenza da speranza anche per il futuro delle prossime generazioni”.
A coordinare la giornata, don Giuseppe Licciardi, pro vicario generale della Diocesi di Cefalù nonchè Assistente Spirituale, Servizio Ausiliare Consiglio Diocesano Confraternite, coadiuvato dal parroco di Gratteri don Nicola Crapa. Presenti le autorità civili e militari ed i ragazzi della Badiola, dei centri “Regina Elena” e Carlo Acutis”.
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