Grande festa ieri a Gibilmanna, in occasione della solennità della Patrona della Diocesi.
In un clima di gioia, devozione e fede, si è svolta ieri la celebrazione della festa di Maria SS. di Gibilmanna, alla presenza di centiania di persone giunte da ogni parte dell’Isola per rendere omaggio alla “Gran Signura”. Una giornata ricca di appuntamenti fin dalle prime luci dell’alba, fino al calar della sera quando la pace è ritornata nel santuario. Il momento clou è stato sicuramente nel pomeriggio quando alle ore 16.00 ha avuto inizio la solenne processione e quini la Santa Messa alle ore 17:00. A presiedere quest’ultima, come da tradizione, è stato il vescovo S.E.R. Giuseppe Marciante, il quale durante la sua omelia ha trattato un tema importante, attuale: l’acqua e la mancanza di essa nel nostro territorio.
Acqua e siccità
Partendo dal versetto di (Gv 2, 6-11), il miracolo della commutazione dell’acqua in vino per intenderci, il vescovo ha voluto ricollegarsi al tema dell’acqua che è stata versata in queste anfore e ricollegarla a quella siccità che ancora stiamo vivendo ci dice quanto è preziosa l’acqua cantata da San Francesco d’Assisi nel Cantico delle creature: «Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta». “L’impatto del cambiamento climatico sull’acqua – ha affermato Marciante – si sta aggravando a tal punto che in molti paesi, compresi quelli dell’area del Mediterraneo, l’accesso all’acqua potabile sta diventando preoccupante. S’incrementano infatti gli eventi metereologici estremi: precipitazioni più intense con inondazioni da una parte e dall’altra all’aumento della temperatura e dell’evaporazione che porta siccità e desertificazione. Nella Bibbia l’acqua porta il duplice segno della morte e della vita: da una parte l’esperienza del diluvio universale, dall’altra la benefica pioggia che pone fine alla grande siccità al tempo di Elia“.
Comprendere l’importanza dell’acqua
L’acqua, lo sappiamo tutti, è l’elemento fondamentale per la sopravvivenza umana e di tutti gli esseri viventi, in tal senso, il vescovo ha approfondito tre aspetti fondamentali realtivi alla grandezza di questo elemento della natura che dobbiamo custodire.
Il primo è sicuramente la salvaguardia di essa: “non fare spreco di acqua, cercarla nelle profondità della terra, incanalarla per conservarla, significa avere a cuore la vita di tutti gli esseri viventi non solo degli uomini, ma anche di tutti gli animali. L’acqua garantisce la fecondità della terra e perciò è simbolo della vita stessa“. Il secondo è quello dell’utilità dell’acqua che è la purificazione ossia lavare la sporcizia: “le sei giare presenti alle nozze di Cana servivano infatti per la purificazione dei Giudei prima del pranzo e per lavare le stoviglie dopo. Essa nel Vangelo è segno della purificazione dal peccato. L’acqua purifica il corpo dalla sporcizia, ma il sangue di Cristo, rappresentato dal vino nuovo conservato fino alla fine, purifica dal peccato; dalla sporcizia interiore“. Il terzo e ultimo significato emerge dalla connessione tra l’acqua e il servizio: “la presenza dei servi è un indizio per cogliere questo ulteriore significato. Maria , la Madre che si è accorta della mancanza del vino, dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Secondo l’antico uso ebraico al forestiero e all’ospite si serviva l’acqua per la lavanda dei piedi”.
I nuovi sacerdoti e il nostro giornale
Don Wilfried e Don Gabriel sono adesso sacerdoti. Sono stati infatti ordinati lo scorso 23 agosto con la celebrazione ad Obala in Camerun presso la Parrocchia “Marie Mère Admirable de Nkometou” con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo di Obala, Sosthène Lèopold Bayemi Matjei. I due novelli sacerdoti presto torneranno a Cefalù per la concelebrazione in cattedrale, evento che seguiremo per voi. Infine, grande gioia per la nostra redazione, Sua Eccellenza ha annunciato ufficialmente la nascita del nostro giornale, spiegando che: “i veri protagonisti saranno gli abitanti del nostro territorio – specialmente i giovani – invitati a raccontare memorie, eventi, gioie e dolori, speranze e illusioni, proposte e critiche, per migliorare sempre più la convivenza sociale nel nostro territorio, ma anche a narrare la sinodalità delle nostre chiese e la vivacità dei nostri paesi. Il nome, “Il Cefalino”, si ispira al piccolo fiume sotterraneo che sgorga dalle Madonie, attraversa Cefalù, e poi alimenta con le sue acque fresche il lavatoio medievale e infine abbraccia il Mar Tirreno. Mi auguro – ha concluso il Vescovo – che “Il Cefalino” sia veramente uno strumento valido di dialogo e di proposte per migliorare sempre più la nostra convivenza”. La giornata si è poi conclusa con l’offerta dell’olio per la lampada della Madonna, quest’anno donata dal comune e dalle parrocchie di Gangi, alla presenza della comunità gangitana e dei parroci Amato e Alfonzo e quindi del sindaco Ferarrello.
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Giovanni Azzara
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