Le spoglie del primo magistrato elevato agli onori degli altari, il Beato Rosario Angelo Livatino, ucciso dalla mafia siciliana nel 1990, sono state traslate dalla cappella di famiglia nel cimitero di Canicattì a una cappella della chiesa di Santa Chiara dello stesso comune. Il significativo evento è avvenuto ieri per volontà dell’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari, oltre a una folla di fedeli accorsi per rendere omaggio al primo magistrato beato, vittima della mafia.
Il giudice Livatino, assassinato a soli 38 anni il 21 settembre 1990 dai sicari della Stidda, è stato proclamato Beato in quanto martire in odium fidei, riconoscendo nel suo sacrificio una testimonianza di fede e giustizia. La traslazione delle sue spoglie rappresenta un ulteriore passo nella memoria di un uomo che ha incarnato i valori della legalità e della rettitudine cristiana.
Dopo l’ingresso del corpo del Beato nella chiesa di Santa Chiara, si è svolto un momento di preghiera solenne. Durante la celebrazione, sono stati nominati e hanno prestato giuramento i membri del tribunale ecclesiastico che procederà alla ricognizione canonica. A seguito di questo rito pubblico, ha avuto inizio la fase strettamente privata della ricognizione.
L’intera comunità ecclesiale ha partecipato con profonda devozione, ringraziando il Signore per questo dono di grazia e testimoniando con la propria presenza la vicinanza al Beato Rosario Angelo Livatino, considerato un figlio eccelso della Chiesa Agrigentina e della comunità di Canicattì. La processione con il corpo del Beato ha suggellato un momento di intensa spiritualità e raccoglimento, consolidando il legame tra la memoria del magistrato e la comunità che ne custodisce l’eredità morale e religiosa.
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