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Le nuove indicazioni della CEI per la formazione nei seminari

Le nuove indicazioni della CEI per la formazione nei seminari

Il 10 gennaio 2025 è entrato ufficialmente in vigore il documento “La formazione dei presbiteri nelle Chiese in Italia. Orientamenti e norme per i seminari” (quarta edizione), approvato dalla 78a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che si è svolta ad Assisi dal 13 al 16 novembre 2023. Questo nuovo documento segna un passo importante nel processo di aggiornamento della formazione dei presbiteri, un tema centrale per la Chiesa italiana, al fine di rispondere alle esigenze contemporanee e alle sfide ecclesiali e sociali. La quarta edizione degli “Orientamenti e norme per i seminari” è il frutto di un lungo lavoro di riflessione e consultazione, che ha coinvolto vescovi, formatori e teologi, in un’ottica di continuo rinnovamento della formazione sacerdotale.

Questo documento si inserisce in un cammino di riforma che guarda alla fedeltà alla tradizione della Chiesa, ma anche alla necessità di una formazione che possa rispondere alle nuove problematiche pastorali e culturali del nostro tempo. Il periodo di sperimentazione, che durerà tre anni, consentirà di adattare e perfezionare il documento sulla base delle esperienze concrete delle diocesi e dei seminari italiani, così da garantire una formazione più efficace e rispondente alle necessità dei futuri presbiteri.

Le linee guida della CEI capitolo per capitolo

Il testo, che ha ottenuto la conferma della Santa Sede con decreto del Dicastero per il Clero, presenta un iter formativo al presbiterato articolato in due tempi: una prima fase di carattere iniziatico, dedicata alla costruzione della consistenza interiore, in un rapporto educativo forte con i formatori, attraverso lo sviluppo di una solida vita spirituale, l’applicazione seria allo studio e alla preghiera, una vita comunitaria intensa, la conoscenza di sé. La seconda fase è dedicata alla scoperta del Popolo di Dio e al maggiore coinvolgimento della comunità cristiana nella formazione dei candidati al presbiterato.

  • PRIMO CAPITOLO: si risponde alla domanda su quale prete si debba formare e per quale Chiesa. Per questo, da una parte, si assume la formazione permanente in alcuni suoi elementi, ritenuti necessari al presbitero italiano odierno, come paradigma della formazione in Seminario; dall’altra, si accentuano decisamente le due dimensioni della missione e della comunione come orizzonte fondamentale di tale formazione;
  • SECONDO CAPITOLO: La pastorale vocazionale è presentata come impegno di tutta la comunità ecclesiale, passando poi a specificare le modalità di accompagnamento vocazionale dei ragazzi e dei giovani, basato su una seria formazione spirituale. Si conferma la validità del Seminario Minore, si propongono le comunità semiresidenziali come nuove modalità di accompagnamento e si parla delle vocazioni adulte;
  • TERZO CAPITOLO: presenta le quattro tappe dell’itinerario formativo proposto dalla Ratio fundamentalis: propedeutica (un anno), discepolare (due anni), configuratrice (quattro anni) e di sintesi vocazionale (un anno). Lo stile fondamentale della proposta educativa chiede di investire sugli obiettivi formativi senza scandire i tempi in modo rigido e predefinito, favorendo la personalizzazione dell’itinerario ed evitando il rischio che le tappe si appiattiscano rigidamente agli anni previsti dagli studi teologici e da altri automatismi;
  • QUARTO CAPITOLO: i parla della formazione nel Seminario Maggiore che viene presentata come unica, integrale, comunitaria e missionaria: non si esaurisce nell’apprendimento di nuovi contenuti, né si limita ai comportamenti morali o disciplinari, ma deve riguardare il campo delle motivazioni e delle convinzioni personali, è formazione della coscienza. Due paragrafi riguardano il tema della protezione dei minori e delle persone vulnerabili: i formatori potranno avvalersi, nei percorsi educativi, della pubblicazione La formazione iniziale in tempo di abusi. Sussidio per formatori al presbiterato e alla vita consacrata e per i giovani in formazione, curata dal Servizio Nazionale per la tutela dei minori;
  • QUINTO CAPITOLO: illustra gli agenti della formazione. È stata recepita la richiesta emersa nel Cammino sinodale di allargare la condivisione dell’opera formativa dei seminaristi, coinvolgendo la comunità ecclesiale e invitando a pensare creativamente le forme di collaborazione possibili con particolare riguardo alla figura femminile.

La sperimentazione

Il carattere “ad experimentum” del documento consente alle diocesi italiane di testare le nuove disposizioni in un arco temporale di tre anni. Questo periodo di sperimentazione permetterà di raccogliere esperienze pratiche e di apportare eventuali modifiche per rendere la formazione sacerdotale ancora più rispondente alle reali necessità delle Chiese locali. La pubblicazione di questo documento segna dunque un momento significativo nella vita della Chiesa italiana, con un rinnovato impegno nella cura e nella preparazione dei futuri presbiteri. Un passo importante che riflette il desiderio di una Chiesa viva, dinamica e pronta a rispondere alle sfide di un mondo in continuo cambiamento, pur mantenendo salde le radici nella tradizione cristiana.

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