Celebriamo la speranza!
Dopo la celebrazione all’ospedale “Madonna dell’Alto” di Petralia Sottana, il vescovo Giuseppe ha celebrato questa mattina la Santa Messa all’ospedale “Giglio di Cefalù”. Accolto dal presidente Albano e dal personale ospedaliero tutto e dal cappellano, monsignor Sebastiano Scelsi, il vescovo ha incontrato la popolazione ospedaliera tutta, portando auguri e benedizioni.
Un incontro sicuramente significativo, è stato quello con gli studenti di medicina e chirurgia dell’UniCamillus, la nuova realtà universitaria “sognata” e fortemente voluta dal vescovo Marciante e dal presidente Albano, sogno realizzato e avviato. Diversi gli incontri, prima e dopo la Messa, specialmente con gli ammalati ai quali il vescovo ha donato la sua carezza e la sua benedizione, estese anche alle famiglie che seguono costantemente la salute dei propri cari.
L’omelia
“Generalmente Natale si trascorre in famiglia, – ha detto il vescovo durante l’omelia – con i propri cari, talvolta può capitare di trascorrerlo in ospedale. Allora, più che mai in questo luogo è necessaria la presenza della speranza che per noi ha un nome ben preciso, cioè Gesù Cristo. Vengo dunque a portarvi questo messaggio, il messaggio del Cristo che è in mezzo a noi, questo è Natale. I presidi ospedalieri di Cefalù e Petralia Sottana sono fondamentali per il territorio, per le aree interne soprattutto. Qualche volta infatti, girando per le nostre Madonie, sento che la gente, il nostro popolo, si sente abbandonato dalle istituzioni, purtroppo. Per cui la presenza di questi presidi sono il segno che lo Stato si prende cura della nostra gente, e questo è importante“.
“Vorrei tanto stringere la mano ad ognuno di voi, – ha proseguito parlando con i presenti – perché ognuno di noi è prezioso agli occhi del Signore, specialmente gli ammalati: i nostri cari ammalati. Questi ultimi sognano, come Giuseppe figlio di Giacobbe, sognano di poter godere della salute, sognando anche di poter trascorrere il Natale con i propri cari a casa. In ospedale viene da chiedersi: quali sono i beni più preziosi che Dio ci ha affidato? Sono i nostri ammalati! Ecco perché noi siamo custodi di questi doni straordinari, di questi beni che Dio ci consegna. Un ammalato chiede cura non solo all’ospedale e alla famiglia, ma anche alle istituzioni, specialmente quando un ammalato ha bisogno con urgenza di determinati interventi, visite ed esami, e qui non bisogna aspettare molto. Spesso, la vita è legata anche ad un esame, ecco perché il presidio non deve essere solo dell’ospedale, ma deve essere di tutto il territorio.
Università e giovani
Il primo Natale, la prima volta dell’università di medicina e chirurgia a Cefalù, un vero e proprio barlume di speranza per l’intero territorio. “Carissimi, – ha proseguito Marciante – io penso che dobbiamo sognare noi, un ospedale come centro di umanità, come luogo in cui si nutre la Speranza e io penso che ogni volta che un nostro ammalato esce dall’ospedale, guarito, circondato da tutte le cure, noi abbiamo celebrato la speranza. Oggi abbiamo un valore aggiunto, – parlando dellUniCamillus – la presenza dell’Università in mezzo a noi, devo dire con molta sincerità, insieme al presidente Albano abbiamo sognato questa realtà, questa presenza, speriamo che sempre più venga incrementata e anche qui dobbiamo collaborare tutti, perché dare la possibilità ai giovani, di studiare qui, nel nostro territorio è un grande sogno perché significa che i giovani possono avere una possibilità in più per restare”.
Al termine della celebrazione, il vescovo Giuseppe insieme a monsignor Scelsi, hanno fatto tappa al Presepe presente all’interno dell’ospedale, realizzato con legno d’olivo dal signor Matteo Giovanni Rinaudo.
Lascia un commento