Nei secoli fedele!
Celebrata questa mattina in cattedrale, la festa della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri dall’11 novembre 1949, data di promulgazione del Breve relativo di Papa Pio XII, che in tal senso aveva accolto il voto unanime dei cappellani militari dell’Arma e dell’Ordinario Militare per l’Italia. Il titolo di “Virgo Fidelis” era stato sollecitato in relazione al motto araldico dell’Arma “Fedele nei secoli“.
Presenti, alla celebrazione presieduta dal vescovo S.E.R. monsignor Giuseppe Marciante, le autorità civili e militari di Cefalù e di alcuni paesi del territorio diocesano, tra questi il Capitano Antonio Peluso, comandante della Compagnia Carabinieri di Cefalù, i componenti e i familiari dell’Associazione Nazionale Carabinieri e i rappresentanti di Esercito, Polizia di Stato e Polizia Municipale.
La festa del SI
“Questa festa – ha detto Marciante – possiamo definirla la festa del Si! Anche del vostro Si, è la festa della fedeltà che ci chiama a pensare a tanti nostri si, che abbiamo espresso nella nostra vita. Il Si, anzitutto, alla vita stessa, che si esprime con la cura di sé stessi, non solo quella del corpo ma anche la cura dello spirito. Sono dei Si non sempre facili, ma sempre impegnativi, talvolta faticosi ma che hanno caratterizzato e costruito la vostra, la nostra vita, la vostra e la nostra missione. Questa fedeltà a questo nostro Eccomi ha fondamento nella fedeltà di Dio come ci ricorda la Bibbia: “Dio è fedele per sempre”, che ha ispirato il vostro motto: “Nei secoli Fedele”. Col vostro Si, portate il vostro contributo spirituale alla costruzione di una società libera e sicura come ha opportunamente sottolineato il Concilio Ecumenico Vaticano II parlando anche di voi, colo che al servizio della Patria, esercitano la loro professione nelle file dell’esercito si considerano anch’essi come servitori della sicurezza e della libertà, contribuendo alla stabilità della pace”.
“Vogliamo oggi, carissimi, con questa festa, – constinua il vescovo – celebrare la vostra fedeltà a Dio, agli uomini e alle donne del nostro Paese. La vostra divisa significa che la vostra chiamata è una missione, perdere di vista questa vocazione significa fallire il senso del dono della vostra vita. Quando dimentichiamo chi siamo, cosa siamo, rischiamo di smarrire il sentiero marcato e cercare la strada più facile ma anche più pericolosa ed è la strada dell’errore e dell’infedeltà. Maria ci mette davanti agli occhi il grande valore della fedeltà e in un’epoca come la nostra, in cui un impegno per sempre risulta fuori moda e fuori tempo, voi col vostro esempio invece dite che la fedeltà è l’essenza della vita, personale, cristiana e anche militare”.
Il ricordo del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto
Ci sono stati tanti uomini dell’Arma che hanno sacrificato la loro vita: “la fedeltà – ha concluso Sua Eccellenza – si impara sin da piccoli, non si improvvisa. In questa nostra società definita “liquida” in cui si coltivano relazioni fredde, non stabili, che durano fin quando c’è interesse di uno dei due o fin tanto che c’è il sentimento, noi invece siamo chiamati ad essere fedeli. Non è possibile oggi costituire una famiglia senza la fedeltà che be determina la stabilità, la società ha bisogno di uomini fedeli, di uomini stabili per potersi dire una società stabile, sicura. Siamo chiamati ad una importante fedeltà per vivere con entusiasmo la nostra e la vostra missione. Quanti uomini dell’Arma hanno svolto questo impegno anche nei momenti più ardui e delicati, uomini che non sono indietreggiati, quante testimonianze di eroismo si registrano nella vostra storia, come quella del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto di cui c’è in atto il processo di beatificazione, che è stato l’uomo del Si per gli altri, l’uomo di cui fidarsi perché fedele”.
Arruolatosi volontario nell’Arma dei Carabinieri il 15 agosto 1939, D’Acquisto divenne carabiniere il 15 gennaio 1940. Il 28 ottobre dello stesso anno venne mobilitato con la 608a Sezione Carabinieri e sbarcò a Tripoli il 23 novembre successivo. Tornato in Patria, dal 13 settembre 1942 fu aggregato alla Scuola Centrale Carabinieri di Firenze per frequentarvi il corso accelerato per la promozione a vice brigadiere, grado che conseguì il 15 dicembre successivo. Una settimana dopo venne destinato alla stazione di Torrimpietra, una borgata a 30 km. da Roma. Il 23 settembre 1943, è scritto nel suo foglio matricolare, venne fucilato dai tedeschi in località Torre di Palidoro. Tale nuda annotazione va riferita ad uno degli episodi più eroici offerti da un carabiniere nel corso della storia dell’Arma.
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