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Cardinali Montenegro e Reina i due siciliani che parteciperanno al Conclave per eleggere il nuovo Papa

Cardinali Montenegro e Reina i due siciliani che parteciperanno al Conclave per eleggere il nuovo Papa

Con la morte di Papa Francesco, la Chiesa cattolica si prepara a un nuovo conclave, che vedrà riuniti i cardinali di tutto il mondo per eleggere il suo successore. Tra gli elettori spiccano due nomi siciliani: il cardinale Francesco Montenegro e il cardinale Baldassare Reina, un segno tangibile del peso crescente dell’isola nello scenario ecclesiale internazionale.

Il cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo Metropolita emerito di Agrigento, è nato a Messina il 22 maggio 1946. Uomo di profonda spiritualità e impegno sociale, è stato creato cardinale da Papa Francesco nel concistoro del 14 febbraio 2015, ricevendo il titolo dei Santi Andrea e Gregorio al Monte Celio. Il suo servizio pastorale, soprattutto a favore degli ultimi e dei migranti, è stato spesso messo in luce come esempio di Chiesa vicina ai poveri.

Il secondo cardinale siciliano presente al conclave è Baldassare Reina, nato il 26 novembre 1970 a San Giovanni Gemini, in provincia ed Arcidiocesi di Agrigento. La sua figura ha guadagnato rilevanza a livello nazionale quando, durante l’Angelus del 6 ottobre 2024, Papa Francesco ne ha annunciato la nomina a vicario generale per la diocesi di Roma, oltre alla creazione a cardinale nel concistoro del successivo 7 dicembre. Con il suo profilo giovane e dinamico, rappresenta un punto di riferimento per una nuova generazione di pastori.

Non prenderanno invece parte al conclave, per raggiunti limiti di età, altri due noti cardinali siciliani: Paolo Romeo, 87 anni, già Arcivescovo di Palermo, e Salvatore De Giorgi, 94 anni, Arcivescovo emerito di Palermo. Entrambi restano figure di grande rilievo e memoria viva nella storia recente della Chiesa siciliana, pur non avendo più diritto di voto nel conclave.

La presenza di Montenegro e Reina tra gli elettori del nuovo pontefice è non solo motivo di orgoglio per la Sicilia, ma anche testimonianza della fiducia che il papato ha voluto riporre in due uomini di fede profondamente radicati nel tessuto ecclesiale e sociale della loro terra.

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