Con la solenne celebrazione della Veglia nella Basilica Cattedrale di Cefalù, presieduta da S.E.R. Monsignor Giuseppe Marciante, si è concluso il Triduo Pasquale anche nella nostra Diocesi di Cefalù. La Domenica di Pasqua, oggi, ci accoglie oggi come un giorno di festa, di luce, di speranza e con una certezza che possiamo, dobbiamo urlare a gran voce: Cristo è risorto! È la notizia che ha cambiato la storia del mondo e che ancora oggi scuote i cuori dei credenti, chiamandoli a una vita nuova, una vita che deve profumare di pace e speranza.
Ma questa gioia pasquale non può e non deve distogliere lo sguardo dalla realtà che ci circonda. Il nostro territorio soffre. I giovani continuano a lasciare la nostra terra, attratti da possibilità lontane che qui sembrano mancare, portandoli così lontano dai luoghi del cuore, luoghi che li hanno visti crescere. La siccità mette a dura prova l’economia agricola e la vita quotidiana. Il turismo di massa, se non accompagnato da scelte responsabili, rischia di consumare la nostra identità. E le aree interne si svuotano inesorabilmente, nel silenzio di una marginalità che grida attenzione.
Tutto questo ci deve interrogare profondamente, specialmente in questo tempo pasquale che stiamo vivendo. La Pasqua non è evasione, ma chiamata alla responsabilità. Davanti a un mondo sempre più fragile, attraversato da venti di guerra e scenari di terrore, il messaggio del Risorto è più urgente che mai: la vita è più forte della morte, l’amore vince sull’odio, la verità sulla menzogna.
Nella notte santa appena trascorsa, una voce si è levata dalla sede della cattedrale di Cefalù. È la voce del nostro Pastore, il vescovo S.E.R. monsignor Giuseppe Marciante, che ci ha ricordato con parole intense: “Il Vivente è colui che è la Vita, non colui che l’ha ricevuta. Entrando nel regno della morte, come luce nelle tenebre, il Vivente ha svuotato lo Sheol e ha aperto per sempre la porta per liberare tutti e trasferirli nel regno del Padre suo. Cristo è risorto attraverso la parola ritornata viva nella loro memoria”. E ancora: “Con la risurrezione di Gesù, la luce stessa è creata nuovamente. Egli ci attira tutti, dietro di sé, nella nuova vita della risurrezione, vincendo ogni forma di buio. Egli è il nuovo giorno di Dio, che vale per tutti noi”. Questa Pasqua è ancora più gioiosa perché, nell’Anno del Giubileo, tutti i cristiani celebrano insieme, nello stesso giorno, la Santa Pasqua. Un evento di straordinaria importanza, che ci offre un grande spunto per il futuro: vivere nell’unità e costruire ponti di comunione tra le persone e le comunità.
Queste parole non devono restare circoscritte al solo ascolto, ma devono diventare azione e orientamento per una società nuova, moderna che possa creare pace e dare risposte urgenti alle piaghe della società. Pensiamo ai giovani che fanno uso di droga, a chi cerca nel vuoto risposte che solo l’incontro con l’altro e con la luce del Risorto può dare. Dobbiamo aprire gli occhi. Non possiamo più accettare che la disperazione sia l’unica strada possibile, tutti noi abbiamo il compito di aiutare, sostenere e incoraggiare a perseguire la via del Risorto, l’unica via di salvezza. Chiediamo a gran voce che le istituzioni prendano provvedimenti per arginare tale fenomeno e si possa sostenere i giovani, dando loro certezze per il futuro. E non dimentichiamoci degli anziani, fonte inesauribile di amore e conoscenza, gli ammalati, i carcerati, coloro che sofforno, gli ultimi, a tutti giunga il nostro affetto e il nostro augurio di pace.
Care lettrici, cari lettori, Il Cefalino vuole essere, anche oggi, strumento di dialogo, di ascolto, di costruzione del bene comune. Siamo al fianco di tutte le donne e gli uomini di buona volontà, e in particolare dei giovani, perché trovino spazi per esprimersi, per proporre, per sperare specialmente in questo anno giubilare. Perché sì, è vero: “Spes non confundit” – la speranza non delude.
Una Santa Pasqua a tutti voi, che la luce del Risorto illumini il cammino delle nostre comunità e della nostra amata sorella Terra.
Giovanni Azzara
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