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Papa Francesco ai giornalisti: “La vostra è una responsabilità peculiare. Il vostro è un compito prezioso”

Papa Francesco ai giornalisti: “La vostra è una responsabilità peculiare. Il vostro è un compito prezioso”

Una grande emozione!

Questa mattina, 25 gennaio 2025, Papa Francesco ha incontrato i giornalisti e gli operatori della comunicazione all’interno dell’Aula Paolo VI in Vaticano. Una mattinata intensa e ricca di emozioni, che si è aperta con le parole di Maria Ressa, giornalista filippina naturalizzata statunitense e Premio Nobel per la Pace nel 2021, e Colum McCann, scrittore irlandese di fama internazionale, autore di sette romanzi e tre raccolte di racconti premiati con riconoscimenti prestigiosi come il National Book Award e l’International IMPAC Dublin Literary Award. I due ospiti, coordinati dal giornalista Mario Calabresi, sono stati accolti con applausi scroscianti per le loro toccanti testimonianze, subito dopo essere stati accompagnati dalla musica del maestro Uto Ughi.

A quest’ora viene l’appetito…

Papa Francesco è entrato tra la gioia di tutti i presenti, accolto dal tradizionale grido di “Viva il Papa”. Il suo intervento, improvvisato e ricco di spontaneità, ha regalato anche un momento di dolcezza e simpatia: “Care sorelle e cari fratelli, buongiorno! E grazie tante di essere venuti! Nelle mani ho un discorso di nove pagine. A quest’ora, con lo stomaco che incomincia a muoversi, leggere nove pagine sarebbe una tortura. Io darò questo al Prefetto. Che sia lui a comunicarlo a voi”, ha detto, facendo riferimento al dott. Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede dal 5 luglio 2018, che ha aperto i lavori di oggi.

Liberare giornalisti incarcerati, garantire libertà di stampa

Nel suo discorso, il Papa ha lanciato un appello accorato per il rilascio dei giornalisti che operano in contesti di crisi bellica, spesso vittime di torture e incarcerazioni. “Il Giubileo – ha affermato il Papa – si celebra in un momento difficile della storia dell’umanità, con il mondo ancora ferito da guerre e violenze, dallo spargimento di tanto sangue innocente. Per questo voglio prima di tutto dire grazie a tutti gli operatori della comunicazione che mettono a rischio la propria vita per cercare la verità e raccontare gli orrori della guerra. Desidero ricordare nella preghiera tutti coloro che hanno sacrificato la vita in quest’ultimo anno, uno dei più letali per i giornalisti. Preghiamo in silenzio per i vostri colleghi che hanno firmato il loro servizio con il proprio sangue. Ma in questo Anno Santo, in questo giubileo del mondo della comunicazione, chiedo a chi ha potere di farlo che vengano liberati tutti i giornalisti ingiustamente incarcerati. Sia aperta anche per loro una ‘porta’ attraverso la quale possano tornare in libertà, perché la libertà dei giornalisti fa crescere la libertà di tutti noi. La loro libertà è libertà per ognuno di noi”.

“Chiedo – come ho fatto più volte e come hanno fatto prima di me anche i miei predecessori – che sia difesa e salvaguardata la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero insieme al diritto fondamentale a essere informati. Un’informazione libera, responsabile e corretta è un patrimonio di conoscenza, di esperienza e di virtù che va custodito e va promosso. Senza questo, rischiamo di non distinguere più la verità dalla menzogna; senza questo, ci esponiamo a crescenti pregiudizi e polarizzazioni che distruggono i legami di convivenza civile e impediscono di ricostruire la fraternità”.

Il giornalismo non è un semplice lavoro

Papa Francesco ha sempre manifestato un forte impegno nei confronti della comunicazione, che considera cruciale nell’era dell’intelligenza artificiale e della rapidità delle notizie. Secondo il Santo Padre, il giornalismo non è solo una professione: “È una vocazione e una missione. Voi comunicatori avete un ruolo fondamentale per la società oggi, nel raccontare i fatti e nel modo in cui li raccontate. Lo sappiamo: il linguaggio, l’atteggiamento, i toni, possono essere determinanti e fare la differenza tra una comunicazione che riaccende la speranza, crea ponti, apre porte, e una comunicazione che invece accresce le divisioni, le polarizzazioni, le semplificazioni della realtà. La vostra – continua – è una responsabilità peculiare. Il vostro è un compito prezioso. I vostri strumenti di lavoro sono le parole e le immagini. Ma prima di esse lo studio e la riflessione, la capacità di vedere e di ascoltare; di mettervi dalla parte di chi è emarginato, di chi non è visto né ascoltato e anche di far rinascere – nel cuore di chi vi legge, vi ascolta, vi guarda – il senso del bene e del male e una nostalgia per il bene che raccontate e che, raccontando, testimoniate”.

Un invito a raccontare la Speranza

Nella parte finale del suo intervento, il Papa ha lanciato un accorato invito a tutti i giornalisti e operatori della comunicazione: “Raccontate anche storie di speranza, storie che nutrono la vita. Il vostro storytelling sia anche hopetelling. Quando raccontate il male, lasciate spazio alla possibilità di ricucire ciò che è strappato, al dinamismo di bene che può riparare ciò che è rotto. Seminate interrogativi. Raccontare la speranza significa vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto, significa permettere di sperare anche contro ogni speranza. Significa accorgersi dei germogli che spuntano quando la terra è ancora coperta dalle ceneri. Raccontare la speranza significa avere uno sguardo che trasforma le cose, le fa diventare ciò che potrebbero, che dovrebbero essere. Vuol dire far camminare le cose verso il loro destino”.

Anche noi de Il Cefalino, quindi, raccogliamo l’invito di Papa Francesco e ci impegniamo a raccontare la Speranza, con la forza della verità, tessendo reti di pace e fiducia: “vedendo le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto, significa permettere di sperare anche contro ogni speranza”.

Giovanni Azzara

CLICCA NEL LINK PER IL MESSAGGIO INTEGRALE: https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2025/january/documents/20250125-giubileo-comunicazione.html#Parole

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